Venezia e i packraft.

Mi piace assai riandare con la mente a Venezia, a quella grande realtà sorta dal grembo del mare come Pallade dal cervello di Giove. (Johann Wolfgang von Goethe)

Colgo l'occasione della pubblicazione di questo video degli amici di Urban Packrafter, per una breve riflessione su questa splendida città. 

Capitale del mare, unica, incantevole rovina di un glorioso passato.

Quando pagaio a Venezia provo amore e rabbia. L'amore viene naturale di fronte a si tanta bellezza, mentre vedere come poco a poco la si distrugge sotto il peso di uno fruttamento sforsennato, di un turismo vorticoso che non rispetta nulla e tutto calpesta, mi genera rabbia, ma anche desiderio e speranza di cambiamento.

Noto con piacere che negli ultimi tempi, i packrafters del nord europa scendono a Venezia per fare una pagaiatina tra i canali. Agli osservatori più attenti non sfuggirà che questi sono gli apri pista di un nuovo tipo di turismo, che in breve cambierà le carte in tavola. Come sta succedendo per il turismo in bicicletta, dove sempre più sono le persone che passano le loro vacanze pedalando, e di anno in anno vengono costruite più piste ciclabili e strutture dedicate; il turismo di pagaia presto (lo spero) prenderà spazio e nelle citta d'acqua, gli amministratori, gli operatori turistici dovranno adeguarsi, e Venezia di ciò potra solamente giovarsene.

Abbiamo svenduto i centri storici alle auto, in cambio di un irreale confort abbiamo ceduto la bellezza per avere in cambio rumore, smog e nevrastenia. Dobbiamo riprenderci fisicamente gli spazi che le auto ci hanno rubato, togliamo i parcheggi dalle piazze e mettiamoci i bambini a giocare. 

E anche Venezia ha perso il senno, compromessa da un turismo di massa si gongola nel fiume di denaro su cui siede, si auto giustifica fino a trovare scuse assurde per motivare il passaggio enormi transatlantici davanti a San Marco. Accetta che le sue vene siano frullate di continuo da un moto ondoso spaventoso generato da un traffico motorizzato fuori da ogni controllo.

Per questo spero che chi ci arriverà in questa splendida città, abbia nel suo zaino una piccola imbarcazione gonfiabile, e inizi a muoversi tra i canali in libertà, uscento da quel "parco dei divertimenti" per turisti, allora potremo cambiare le sorti di Venezia, scoprire e valorizzare i suoi lati nascosti, le sue isole, la sua laguna. 

Quando saremo in grado di occupare fisicamente gli spazi urbani, e fisicamente intendo letteralmente con i nostri corpi, solo allora saremo in grado di cambiare le sorti delle città.

Termino con una frase rubata al movimento Critical Mass "Noi non blocchiamo il traffico, noi siamo il traffico".

 

Ti ricordiamo che:

1- I fiumi vanno discesi con attrezzature e abbigliamento adatto al tipo di percorso affrontato.
2- Per discendere i fiumi bisogna aver frequentato dei corsi di packrafting e sicurezza, tenuti da personale qualificato.
3- I principianti durante le discese devono essere affiancati e accompagnati da guide esperte.
4- Una discesa non si effettua mai in solitaria, il numero minimo dei partecipanti può variare a seconda della preparazione dei packrafters e delle difficoltà che si possono incontrare.

5- Il packrafting permette un'accesso semplificato all'acqua mossa, ciò può portare a sovrastimare le proprie capacità. E' perciò necessario conoscere quali sono i rischi presenti in fiume. E avere le competenze tecniche e la prestanza fisica per ridurli sino alla soglia di accettabilità.

6- Ricordate sempre che gli sport fluviali